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      Molte delle teorie mediche esaminate in queste pagine (web) sono il frutto di errori logici e carenze metodologiche risalenti al primo diciannovesimo secolo: reliquie di un'epoca precedente. Il lettore puo' (e deve) chiedersi se l'intera medicina dell'epoca non fosse affetta dagli stessi difetti: esisteva all'epoca di Hahnemann una medicina scientifica? La risposta a questa domanda e' certamente affermativa: esisteva ben prima del 1800 una solida tradizione scientifica nella medicina, ma occorre distinguere due aspetti: la scienza medica intesa come finalizzata alla comprensione della fisiologia e della patologia e quella intesa invece come finalizzata alla terapia.       La scienza medica finalizzata alla comprensione dei fenomeni fisologici e patologici incomincia con la rivoluzione scientifica del Rinascimento e con gli studi anatomici dei grandi pittori, testimoniati dalla straordinaria iconografia anatomica di Leonardo.     Il primo testo veramente medico dell'epoca e' il De Humani Corporis Fabrica di Andrea Vesalio [1], il trattato di anatomia medica che confuta la tradizione Galenica. Alla Fabrica fanno seguito molte ricerche anatomiche oggi piu' difficili da reperire di Girolamo Fabrizio, Realdo Colombo, ecc. che cercano di dedurre la funzione dell'organo dal dettaglio anatomico, finche' nel 1628 William Harvey, che era stato allievo di Fabrizio a Padova, pubblica l'Exercitatio Anatomica de Motu Cordis [1] nella quale si dimostra la circolazione del sangue. Il libro fa scalpore (vedi le metafore mediche). Dopo Vesalio e Harvey, la ricerca nei campi della fisiologia e della medicina e' ormai affermata e si appoggia su quella che in meno di un secolo e' gia' tradizione: le ricerche di Malpighi, Valsalva e molti altri possono appoggiarsi su ipotesi consolidate.     Nel 1761 Giovanni Battista Morgagni gia' allievo di Valsalva ma ormai quasi ottantenne pubblica il De Sedibus et Causis Morborum per Anatomen Indagatis, primo trattato di anatomia patologica. Il De Sedibus e' un libro straordinario ed irripetibile: non e' antico e, nonostante il rispetto di Morgagni per la tradizione classica di Galeno e Avicenna, ne innova profondamente il metodo; ma non e' neppure moderno perche' Morgagni scopre cio' che nessuno prima di lui ha mai visto e non ha le parole per descrivere cio' che vede ne' la nosologia per classificarlo. Come Cristoforo Colombo, Morgagni scopre un continente e cerca di raccontarlo con riferimento al poco che gli e' noto. Putroppo il De Sedibus non e' disponibile online per intero; ma ne ho copiato un brano nella Biblioteca Digitale della SIB. Inoltre ho confrontato due brevi estratti di Morgagni e di Hahnemann qui sotto. Dopo Morgagni l'anatomia patologica fa passi da gigante ed e' gia' una scienza moderna nel 1842, quando Rokitanski pubblica il Lehrbuch der Patologische Anatomie. Inoltre F.S. Bichat riconosce sotto la diversita' degli organi la sostanziale unitarieta' dei tessuti e cerca le cause delle malattie in questi ultimi; il suo Trattato delle Membrane (1799) segna la nascita dell'istologia normale e patologica. Hahnemann nasce sei anni prima del De Sedibus e muore l'anno successivo al Lehrbuch; ma non si accorge della rivoluzione medica che si sta compiendo sotto i suoi occhi, anzi la disprezza.     Nel 1835-36 Agostino Bassi, possidente lodigiano, laureato in legge ma ricercatore in biologia e veterinaria per vocazione, pubblica le sue ricerche sul Mal del Segno, Calcinaccio o Moscardino, malattia che affligge i bachi da seta, nelle quali dimostra che la malattia e' trasmissibile e che la sua causa e' un fungo unicellulare parassita, che sara' poi chiamato in suo onore Botrytis bassiana. Il libro precorre i metodi e le grandi scoperte di Koch e Pasteur di oltre mezzo secolo e Pasteur stesso riconosceva in Bassi un precursore. Un confronto tra le tesi di Bassi e Hahnemann e' riportato qui sotto.       La scienza medica finalizzata alla terapia rimane indietro rispetto alla sua consorella: le nuove scoperte non suggeriscono nuove terapie mentre dimostrano obsolete le vecchie che rimangono in uso in assenza di alternative migliori.     Nel corso del XVII secolo entra nell'uso medico la corteccia di china, un antimalarico del quale viene in breve scoperta anche l'attivita' antiaritmica. L'arbusto della china (Cinchona) cresce nell'America Meridionale ed era usato dagli indigeni gia' in epoca pre-Colombiana, con varie indicazioni; il farmacista e gesuita Agostino Salumbrino, riconoscendone le potenzialita', invia la corteccia in Europa dove si afferma come terapia elettiva della malaria. L'alcaloide della Cinchona, il chinino, viene successivamente purificato e rimane in uso anche oggi, sebbene gli vengano spesso preferiti derivati simili ma con minori effetti collaterali.     Nel 1743 (dodici anni prima della nascita di Hahnemann) James Lind, chirurgo militare imbarcato sulla nave da guerra britannica Salisbury, compie il primo trial clinico comparativo e scopre che il succo di limone cura lo scorbuto; pubblica i suoi risultati nel Treatise of the Scurvy .     Nel 1776 Edward Jenner, ispirato dalle segnalazioni sulla pratica della variolazione, importata dall'oriente, e dall'osservazione che gli allevatori che contraggono il vaiolo dei bovini (vaiolo vaccino) sono protetti dal ben piu' grave vaiolo umano introduce la vaccinazione antivaiolosa.     Nel 1785 William Withering pubblica An Account of the Foxglove and Some of its Medical Uses, un breve trattato nel quale descrive l'uso del decotto di digitale (un cardiotonico, ritenuto erroneamente un diuretico), un rimedio popolare di uso comune in Inghilterra, e raccomanda l'uso di casistiche mediche estese prima di giudicare la validita' di un farmaco. Gli alcaloidi della digitale (digossina, digitossina, e altri) sono a tutt'oggi ampiamente usati nella terapia delle insufficienza cardiache.     Nonostante queste scoperte brillanti, la terapia medica del XVIII secolo rimane limitata: il numero di terapie efficaci e' penosamente basso rispetto a quello delle malattie, e Valsalva scrive in una lettera al collega Vallisneri: "Non abbiamo rimedi".       Accanto alle nuove terapie, sopravvivono le vecchie, tra le quali un posto immeritato e' occupato dal salasso. Il salasso, insieme col purgante, l'emetico e il diuretico, ha lo scopo di ridurre l'umore (il sangue) che si presume essere in eccesso, e viene applicato sia nei pochi casi nei quali e' utile che nei molti nei quali e' inutile o dannoso. Alcuni medici praticano il salasso fino quasi a dissanguare il paziente e si attirano le critiche di Hahnemann (e degli omeopati moderni): e' l'epoca delle terapie "eroiche". In assenza di terapie migliori, il salasso da buoni risultati nelle crisi ipertensive, nelle insufficienze cardiache congestizie, e in pochi altri casi; ma il medico del XIX secolo non ha modo di diagnosticare esattamente queste condizioni e applica il salasso indiscriminatamente.
    Le medicine non scientifiche differiscono profondamente dalle medicine antiche e tradizionali, quali la medicina cinese, che sviluppano invece estese, ancorche' erronee, teorie sulla fisiologia dell'organismo, e si qualificano come vere e proprie scorciatoie verso la terapia, unico aspetto della medicina di immediata applicazione: l'omeopata e il magnetista sono interessati soltanto all'ultimo anello di una catena che lo scienziato della medicina e' interessato ad investigare per intero. Non e' sorprendente che, date le premesse, la solidita' di quest'unico anello sia cosi' dubbia e inaffidabile.     Una inevitabile conseguenza del disprezzo per la scienza medica finalizzata alla comprensione dei fenomeni fisiopatologici e' l'impossibilita' di costruire e mantenere una classificazione delle malattie: tutte le malattie sono in fondo uguali. Per Hahnemann la malattia e' perturbazione della forza vitale e le malattie differiscono tra loro per i sintomi, il loro aspetto piu' esteriore; per Mesmer la malattia e' disordine nella distribuzione del fluido magnetico interno all'organismo. La rivoluzione della nosografia medica moderna viene, dopo decenni di investigazioni, dall'anatomia patologica e ancor piu' dalla microbiologia, scienze rifiutate dagli omeopati (da Hahnemann la prima, da Kent la seconda).
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