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      I professionisti delle medicine non scientifiche non costituiscono una categoria omogenea; sono invece assai disparati e sono accomunati dal loro trovarsi al di fuori dei canali della medicina ufficiale. Spesso sono stati personaggi pittoreschi, come Franz Anton Mesmer, l'inventore del magnetismo animale, o almeno molto originali, come Samuel Hahnemann, il creatore dell'omeopatia.     In epoca precedente al II secolo dopo Cristo la medicina classica, greco-romana, era frammentata in scuole diverse in competizione tra loro che si rivolgevano reciproche accuse di ciarlataneria; ad esempio l'autore del trattato Il morbo Sacro (un testo che appartiene al Corpus Hippocraticum ed e' databile all'incirca al IV secolo a.C.) scrive: "A me sembra che i primi a collegare la malattia agli dei furono i ciarlatani" ma intende per ciarlatani i medici seguaci di scuole diverse da quelle dell'autore.     Nel II secolo d.C. la tradizione medica greco-romana comincio' a coagularsi in un sistema organico, soprattutto grazie ai meriti scientifici e oratori di Galeno; da quell'epoca in poi la medicina galenica divenne progressivamente la versione "ufficiale" della scienza medica e le altre scuole (le ipotesi di molte delle quali pero' Galeno aveva saputo inglobare almeno parzialmente nella sua sintesi) divennero "alternative". La tradizione galenica, riformulata ed ampliata da vari autori (in particolare dagli arabi) nel medio evo, rimase in auge fino al Rinascimento.     Non si puo' dunque parlare di medicine non scientifiche in epoca pre-galenica perche' manca una tradizione ufficiale, riconosciuta e condivisa dalla quale deviare; ed in effetti forse non si puo' parlare di medicine non scientifiche prima di Paracelso (Teofrasto von Hohenheim, 1493-1541). Diverso naturalmente il discorso se si vogliono includere tra le medicine non scientifiche anche le medicine tradizionali non europee: cinese, ayurvedica, etc. Quando si intendono come medicine non scientifiche le tradizioni legate a Paracelso, Hahnemann e piu' recentemente, Freud (nonche' molte altre minori) non si puo' mancare di riconoscere alcuni tratti comuni e caratteristici ai loro autori.       Il DESIDERIO D'ACHILLE. Omero racconta nel secondo canto dell'Iliade che l'esercito dei greci che assediava Troia era "infinito"; pero' poi narra la storia d'Achille soltanto e ingenera nel lettore l'impressione che la guerra sia combattuta e vinta da un solo eroe. Impressione falsa perche' Achille muore prima della caduta di Troia, come nell'Iliade gli predice la madre Teti.     Il fatto e' che mentre nella realta' gli eventi umani coinvolgono molte persone e si estendono per molto tempo, le narrazioni sono rese piu' interessanti e piu' vive se riferite a persone singole e coprono intervalli di tempo brevi. Come ci piace la storia d'Achille, anziche' quella dell'intero esercito greco, cosi' ci piace pensare che nella scienza le scoperte siano da attribuire a singoli scienziati che hanno lavorato da soli, e magari nel disprezzo della maggioranza dei loro colleghi. Ad esempio molti pensano che Einstein sia un moderno Achille che da solo rivoluziona l'intera fisica; ma senza nulla togliere al genio di Einstein, chi si preoccupa di studiare anche un minimo di storia della scienza scopre subito che Einstein si appoggiava su una grande tradizione teorica e sperimentale precedente. Molti autori di teorie mediche non scientifiche hanno sfruttato in modo piu' o meno consapevole lo scetticismo dei propri colleghi per presentarsi al mondo come eroi solitari, Achilli redivivi capaci di vincere da soli la battaglia contro le malattie. Certamente avevano questo atteggiamento Paracelso, Hahnemann e Freud, e traspare in modo esplicito dai loro scritti: ad esempio Richard Hahel, il biografo di Hahnemann ci riferisce sull'illusione di Hahnemann di essere stato prescelto da Dio per rivelare agli uomini la vera medicina ed Ernest Jones nella sua monumentale biografia di Freud cita un brano di una sua lettera nella quale egli dichiara di non sentirsi un uomo di scienza ma un "conquistador" [1]. Tra i clienti, pazienti o lettori degli autori di teorie mediche non scientifiche, non pochi subiscono questo fascino dell'uomo fatale, dell'eroe solitario.     E' interessante osservare che il mito dell'eroe (piu' spesso perdente che vincente) era stato riesumato dalla corrente filosofico letteraria del ROMANTICISMO e che brandelli di pensiero e di scienza romantica sono stati riconosciuti tanto negli scritti di Freud che in quelli di Hahnemann. Un altro carattere del romanticismo era la fascinazione per il misterioso e il trascendente che certamente facilita tanto il creatore che il lettore delle teorie mediche o scientifiche non ortodosse.       La specializzazione della scienza moderna e il PROBLEMA DELLA STREGONERIA. La scienza e la medicina moderne tendono a specializzarsi in modo estremo: l'approfondimento delle conoscenze in ogni dettaglio di ogni branca del sapere fa si che non si possa piu' essere esperti di "scienza" e neppure di medicina: soltanto un fisico e' in grado di valutare una ipotesi o un esperimento di fisica che e' difficilmente comprensibile per qualunque scienziato specializzato in altri campi. Il risultato della specializzazione e' che per ogni campo della scienza bisogna affidarsi all'esperto. Nella medicina accade lo stesso e il paziente ha subito bisogno dello specialista: il nefrologo non cura le malattie del cuore, ne' il cardiologo quelle del rene. Questa situazione ha una conseguenza paradossale, che possiamo chiamare il problema della stregoneria: se e' lecito e ragionevole che sia il fisico a decidere quali teorie sono buona o cattiva fisica, e' anche lecito e ragionevole che sia la strega a decidere quali teorie sono buona o cattiva stregoneria? Il problema della stregoneria non e' ozioso: gli autori di teorie mediche non scientifiche (o i loro seguaci) fondano riviste specializzate, diverse da quelle correnti, e ci pubblicano sopra le loro teorie riservando il giudizio di validita' ai loro colleghi e collaboratori. Gli omeopati pubblicano le loro ipotesi e le loro casistiche su riviste di omeopatia lette e valutate da altri omeopati e lo stesso fanno gli psicoanalisti. Anche se l'omeopatia e' screditata nell'ambito della scienza medica e la psicoanalisi lo e' negli ambiti della psichiatria e della psicologia, queste discipline abitano in riserve protette costituite da associazioni, riviste e convegni piu' o meno riservati.       Il CIARLATANO e il VISIONARIO sono due personaggi antitetici, ma l'autore di teorie mediche non scientifiche e' spesso una miscela inestricabile dell'uno e dell'altro. Sia il ciarlatano che il visionario sono portatori di verita' alternative (in genere false) ma mentre il primo e' in malafede il secondo e' in perfetta buona fede. Accade pero' che il ciarlatano possa convincersi delle sue bugie e trasformarsi in un visionario o che il visionario si convinca dell'erroneita' delle sue convinzioni, ma non voglia abbandonarle perche' gli procurano vantaggio e si trasformi in un ciarlatano. Chi legge gli scritti degli autori di teorie mediche non scientifiche si trova spesso di fronte ad affermazioni che non possono essere altro che illusioni o ciarlatanerie: ad esempio l'affermazione di Hahnemann che l'omeopatia possa curare tutte le malattie. Quando Hahnemann scrive nel Trattato sui Miasmi Cronici che molti successi incompleti dell'omeopatia erano dovuti all'inadeguato trattamento del miasma cronico evidentemente ammette che la precedente affermazione sulla capacita' dell'omeopatia di curare tutte le malattie era stata almeno frettolosa, ed e' difficile evitare la conclusione che il trattato sui miasmi cronici contenga una certa dose di ciarlataneria.     SCETTICISMO e FIDUCIA IN SE STESSI sono due ingredienti fondamentali della formazione dello scienziato e sono in parte antitetici tra loro. Un bravo ricercatore deve essere scettico e conrtollare e ricontrollare i suoi dati, ripetendo i suoi esperimenti e affinandone la tecnica; deve diffidare di risultati ottenuti una volta sola o comunque erratici e imprevedibili. Pero' un bravo ricercatore deve anche riconoscere quei rari casi nei quali il risultato imprevedibile annuncia la grande scoperta e perseguirlo con costanza e fiducia in se stesso. Se il ricercatore eccede nella fiducia in se stesso rischia di diventare un visionario, convinto di incontrare grandi scoperte ad ogni pie' sospinto, anche quando ha sbagliato una misura; se non ha abbastanza fiducia in se stesso diventa banale e finisce per riconfermare soltanto cose gia' note, scartando le novita' che incontra. Chi eccede in scetticismo non sale agli onori della cronaca: fa una carriera scientifica onesta ma grigia. Chi eccede nella fiducia in se stesso ha probabilita' di diventare un visionario o un ciarlatano e di inventare una nuova falsa scienza o accodarsi ad una falsa scienza preesistente. Questo e' il caso dei pochi grandi scienziati che hanno abbracciato in tutto o in parte le teorie omeopatiche (ad es. recentemente il premio Nobel Luc Montagnier).         RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI     1: E. Jones, Vita di Sigmund Freud.   Domande o commenti? Scrivi una mail. |
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