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      La teoria evoluzionistica di Darwin e Wallace, nella seconda meta' del XIX secolo aveva scatenato polemiche e critiche perche' assimilava l'uomo alla scimmia e ne metteva in dubbio la posizione unica tra gli animali e la relazione privilegiata con Dio, menzionata nelle Sacre Scritture. La critica religiosa dell'evoluzionismo era grossolana: infatti era evidente gia' ai teologi medioevali che l'interpretazione delle Scritture esigeva il ricorso al simbolismo e che la loro verita' non doveva essere cercata sul piano letterale. L'apologetica cristiana medioevale aveva chiarito che l'uomo non e' fatto a immagine e somiglianza di Dio nello stesso senso in cui il figlio assomiglia al padre, altrimenti sarebbe possibile conoscere il trascendente attraverso l'esame dell'immanente.     Poiche' la filosofia religiosa medioevale era alquanto astrusa e poco nota ai piu', l'evoluzionismo Darwiniano apparve piu' eretico e blasfemo di quanto non fosse, e subi' innumerevoli attacchi da parte di conservatori male informati. L'ultimo di questi attacchi e' la TEORIA DEL DISEGNO INTELLIGENTE, secondo la quale la costruzione degli organismi viventi sarebbe troppo complessa per essere dovuta alle mutazioni causali ed alla selezione naturale, e rivelerebbe un progetto razionale trascendente. La teoria del disegno intelligente non e' a rigore una teoria medica, ma ha, come vedremo, implicazioni che riguardano la medicina e giustificano il trattarne brevemente in questo sito.       Il primo punto che e' importante considerare e' il malinteso ideologico che motiva i suoi sostenitori: la teoria e' goffa perche' strumentalizza i dati oggettivi di cui si serve anziche' interpretarli, ed e' logicamente inconsistente perche' cerca di dimostrare il trascendente attraverso l'immanente, operazione gia' dimostrata impossibile da San Tommaso D'Aquino (nella Summa Teologica) e da Kant (nella Critica della Ragione Pura). Chi vuole leggere una buona filosofia teologica fa meglio a rivolgersi alla filosofia della religione (ad es. H. Kung, Dio Esiste?) piuttosto che alla pseudoscienza.     I sostenitori del disegno intelligente ci presentano in genere osservazioni naturalistiche che chiunque potrebbe fare visitando lo zoo una domenica mattina: la proboscide dell'elefante, il corno del rinoceronte o l'occhio dei vertebrati. Il teorico del disegno intelligente si chiede come sia possibile che strutture anatomiche complesse che richiedono ovviamente l'espressione coordinata di molti geni possano evolvere dalle mutazioni indipendenti di ciascuno di essi. Infatti, dice il teorico del disegno intelligente, soltanto la struttura anatomica completa conferisce un vantaggio selettivo, e l'animale che porta soltanto alcuni dei caratteri necessari alla sua realizzazione non ha alcun vantaggio; ma la probabilita' che un animale acquisisca per caso tutti insieme i caratteri genetici necessari per introdurre la struttura anatomica funzionale e' trascurabile. Questo ragionamento da naturalisti della domenica trascura dati noti e presenta un grave punto debole: non e' vero che i componenti delle strutture anatomiche complesse compaiono tutti insieme e spesso la struttura anatomica sfrutta componenti biochimici gia' presenti. Ad esempio la proteina che forma il cristallino dell'occhio dei molluschi (seppie, polpi, etc.) deriva dall'enzima glutatione transferasi posseduto anche dai molluschi privi di occhi; le molecole responsabili dell'adesione cellulare derivano dalle immunoglobuline, etc. Le strutture anatomiche complesse, piuttosto che raffinati esempi di disegno intelligente ex novo sono il frutto di un ingegnoso trovarobato.       IMPLICAZIONI MEDICHE DELL'EVOLUZIONISMO     L'apparente e interessata ingenuita' dell'argomentazione dei teorici del disegno intelligente e' evidente quando si considerano gli esempi di fenomeni evolutivi che vengono di solito portati a sostegno della teoria: non la genetica batterica, nota nel dettaglio, ma i caratteri multigenici nella cui complessita' e' possibile nascondere le lacune di qualunque ragionamento. Quanto piu' una specie e' differenziata, evoluta e complessa, tanto piu' lenta e' la sua evoluzione ulteriore e ai nostri occhi gli animali e le piante sembrano divisi in specie costanti, non piu' in evoluzione. I batteri, invisibili ai nostri occhi, sono invece continuamente in evoluzione su scale temporali brevi e rispondono non soltanto alla selezione naturale, ma anche a quella artificiale che noi imponiamo (soprattutto ai batteri patogeni) con gli antibiotici. C'e' un disegno intelligente anche dietro il fenomeno che rende lo stafilococco resistente alla penicillina? Se c'e', da che parte sta il Padre Eterno? Perche' continua ad intervenire sull'evoluzione a danno dei buoni cristiani che si curano con gli antibiotici?     Un altro aspetto delle teorie evoluzionistiche che e' rilevante per la medicina e' quello delle malattie genetiche. La malattia genetica e' un esperimento evoluzionistico fallito: la mutazione diminuisce la fitness dell'individuo anziche' aumentarla. La malattia genetica pone due fortissimi ostacoli alla teoria del disegno intelligente. In primo luogo dimostra che il disegno non e' poi tanto intelligente, visto che spesso sbaglia e introduce una mutazione dannosa anziche' utile (anche se, a volte, perfino la malattia puo' dimostrarsi utile come nel caso delle emoglobinopatie che proteggono dalla malaria). In secondo luogo, come nel caso dei batteri patogeni resistenti agli antibiotici, la presunta intelligenza sembra applicata da una volonta' maligna.       ASPETTI TEOLOGICI DELLA TEORIA DEL DISEGNO INTELLIGENTE     La teoria del disegno intelligente non e' insoddisfacente soltanto dal punto di vista scientifico: anche le sue implicazioni teologiche lasciano alquanto a desiderare. E' infatti una teoria bigotta, che vede la mano e la mente di Dio in tutta la natura intorno a noi e trasforma ogni evento biologico in un miracolo su misura. Poiche' il seguace di questa teoria non nega la cronologia dell'evoluzione, che del resto e' assodata nelle sue stime essenziali, egli implica che il Disegnatore corregga costantemente le sue creature: non basta ammettere il miracolo iniziale della creazione, occorre immaginare miracoli successivi continui. E' chiaramente poco dignitoso per il disegnatore dover costantemente correggere i suoi prodotti: la Bibbia, molto piu' solennemente, suppone che la creazione sia un atto unico, e la teologia successiva accetta il punto e ammette il cambiamento come implicito nel creato. In questa visione, piu' antica ma piu' solida della teoria del disegno intelligente, la creatura non e' soltanto creata nella sua forma presente, ma anche con la capacita' di muoversi e cambiare senza bisogno di altri interventi soprannaturali. Il Creatore e' l'artefice di un universo autosufficiente, che si muove secondo le leggi stabilite in origine, come l'orologio cammina senza bisogno dell'intervento costante dell'orologiaio che lo ha costruito. Questa prospettiva non ha bisogno del disegno intelligente: il disegno originale prevede l'evoluzione con le sue leggi ma non deve guidarla passo passo, e non deve neppure prevederne gli esiti; non e' d'altra parte vietato al Creatore di reintervenire sulla creatura, se lo ritiene opportuno, ed il fedele puo' ancora ritenere che l'uomo sia speciale ed unico tra gli animali. Molti grandi scienziati erano religiosi e non avevano difficolta' ad ammettere l'ipotesi della creazione, della quale ritenevano di studiare le leggi immutabili: infatti l'ipotesi dell'orologiaio svincola totalmente scienza e religione e non impone nulla allo scienziato che la ammette ne' a quello che la respinge.       RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI E NOTE     1: Un articolo interessante sul disegno intelligente e' stato pubblicato sul numero di febbraio 2007 della rivista the Biochemist, pubblicata a cura della Societa' britannica di Biochimica. Potete scaricare gratuitamente il file in formato PDF.   Domande o commenti? Scrivi una mail. |
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