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Corso di Laurea Magistrale in Medicina e Chirurgia "B" Seminari Pedagogici On-line per i Docenti   STIMA DEI FABBISOGNI PER IL SEMESTRE-TIPO DI UN CLM IN MEDICINA E CHIRURGIA spunti di aggiornamento didattico per i docenti dei Corsi di Medicina e Chirurgia       Questa pagina contiene una stima dei fabbisogni di personale docente per un semestre-tipo di un Corso di Laurea Magistrale in Medicina e Chirurgia.       Il calcolo delle risorse necessarie assume che la popolazione del corso consti di 150 studenti che seguono le lezioni in aula tutti insieme e vengono invece divisi in 12 gruppi di 12-13 studenti ciascuno per le attivita' professionalizzanti a piccoli gruppi.
      La prima considerazione che emerge dai dati di Tabella 1 e' la notevole disparita' tra il numero di ore fruite da ciascuno studente e il numero di ore che il corso deve erogare. Tale disparita' e' ovviamente dovuta alla didattica professionalizzante a piccoli gruppi, e porta al risultato che al fine di erogare 425 ore di didattica tutorata a ciascuno studente, il Corso di Laurea deve erogarne 1800.       L'impegno didattico frontale non necessita di particolari spiegazioni o analisi. L'impegno per studenti e docenti e' lo stesso e si articola su 5 ore di lezione giornaliere per 5 giorni alla settimana, come in Tabella 2. Le fasce orarie possibili sono 8,30-13,30 oppure 14-19 e una sola aula puo' essere usata per due CLM o per due anni di corso dello stesso CLM.       L'impegno didattico professionalizzante e' gravoso e variabile in funzione della dimensione dei gruppi di studenti. In questa simulazione del semestre-tipo e della settimana-tipo sono ipotizzati 12 gruppi di 12-13 studenti ciascuno. Ogni gruppo svolge 36 sedute di attivita' didattica professionalizzante nel trimestre della durata di circa 3h 30' ciascuna per un totale di 36x3,5 = 126 ore, corrispondenti a 5 CFU di 25 ore ciascuno. Il totale di sedute di attivita' professionalizzante richiesto per i 12 gruppi e' di 12x36 = 432 sedute di 3h 30' ciascuna, per un totale di 432x3,5 = 1512 ore di didattica professionalizzante erogata dai docenti nel semestre. I gruppi sono indicati in Tabella 2 come Gr1, Gr2, etc. e le attivita' come AP1, AP2, etc. La fascia oraria nella quale viene svolta la didattica professionalizzante non deve coincidere con quella della didattica frontale, pertanto se il corso svolge la didattica frontale nella fascia oraria 8,3-13,30 l'attivita' professionalizzante si tiene nella fascia 14-17,30; se invece la didattica frontale si svolge nella fascia 14-19, l'attivita' professionalizzante deve occupare la fascia 9-12,30.
      Lo schema di Tabella 2 dimostra che il completamento delle prime 8 attivita' didattiche professionalizzanti (AP da 1 a 8) per tutti i gruppi richiede 12 giorni lavorativi (dal lunedi' della prima settimana al martedi' della terza, inclusi). Pertanto a partire dal tredicesimo giorno lavorativo lo schema si ripete per le 8 attivita' successive (AP da 9 a 16) e cosi' via. In ogni settimana vengono erogate 8 AP di 3h 30' al giorno e quindi 40 AP che su un totale di 12 settimane/semestre porta ad un leggero eccesso rispetto al previsto (40x12 = 480 sedute anziche' 432, come calcolato sopra); questo significa che i docenti impegnati nella didattica professionalizzante hanno lo spazio per recuperare eventuali sedute saltate nel corso del semestre, oppure possono completare l'insegnamento in 11 settimane anziche' in 12. Ogni gruppo di studenti e' impegnato per cinque giorni alla settimana nella didattica frontale e, mediamente, per tre giorni alla settimana anche nella didattica professionalizzante; questo comporta che per tre giorni alla settimana ogni studente riceve 8h 30' al giorno di didattica tutorata e per i rimanenti due 5h al giorno di didattica tutorata. Il numero totale di ore di didattica tutorata che ogni studente riceve nella settimana e' pari a 35h 30' ovvero 426 ore nel semestre, in accordo con quanto previsto dalla normativa vigente (25x12 + 5x25 = 425 ore). E' essenziale che ogni giorno siano contemporaneamente attivi (in strutture e corsi diversi) 8 gruppi di studenti: il mancato conseguimento di questo obiettivo porta ad una erogazione didattica inferiore a quella prevista dalla normativa.       Il corpo docente in forza nelle materie del semestre-tipo deve erogare 1800 ore di didattica complessive (Tabella 1) che corrispondono all'impegno pieno di 15 docenti. Infatti la normativa vigente prevede un impegno minimo del docente pari a 120 ore/anno. Poiche' nel semestre vengono erogati 4 corsi integrati, tre di essi devono avere 4 docenti e uno deve averne 3. In realta' questa stima e' irrealistica perche' ogni docente e' impegnato su piu' corsi integrati, spesso in diversi Corsi di Laurea, e divide le sue ore di attivita' didattica di conseguenza; una stima piu' realistica e' di impegnare sul semestre 30 docenti che insegnano in due corsi integrati. Questo non fa necessariamente salire il fabbisogno di docenti del Corso di Laurea purche' i docenti siano impegnati in corsi integrati diversi ma tutti appartenenti allo stesso Corso di Laurea, e porta la stima del fabbisogno minimo a 180 docenti esclusivamente dedicati al Corso di Laurea Magistrale (12 semestri). Sebbene questo schema sia costruito sull'ipotesi che tutti i docenti partecipino sia all'attivita' didattica frontale che a quella professionalizzante, e' utile osservare che, dai dati di Tabella 1, l'impegno per la didattica frontale e' di 300 ore/120 ore/docente = 2,5 docenti a tempo pieno (si legga: il 250% delle ore di didattica che la legge impone a ciascun docente), quello per la didattica professionalizzante 1500/120 = 12,5.       Il Corso di Laurea Magistrale richiede non meno di tre aule utilizzate a tempo pieno (tutte le mattine e tutti i pomeriggi per 10 ore giornaliere e 5 giorni alla settimana). Richiede inoltre ambulatori, reparti ospedalieri o altre strutture in grado di erogare simultaneamente 8 attivita' didattiche professionalizzanti a piccoli gruppi (ad es. un reparto in grado di ospitare due gruppi, due ambulatori, due laboratori per la simulazione medica, due salette provviste del materiale necessario per la presentazione di lastre, reperti, etc.).       Il problema cruciale nella stima dei fabbisogni si pone sulle risorse necessarie per l'attivita' professionalizzante a piccoli gruppi. Infatti la numerosita' dei gruppi, fissata arbitrariamente a 12-13 studenti, potrebbe risultare eccessiva per molte attivita'. Se ogni gruppo dovesse essere diviso in due per ragioni di capienza delle strutture (ad es. ambulatori), il fabbisogno di docenti e strutture dedicati all'attivita' professionalizzante raddoppierebbe, mentre il fabbisogno di docenti e strutture per la didattica frontale resterebbe invariato. Questo porterebbe il fabbisogno di docenti nel semestre a 27,5, e per l'intero Corso di Laurea Magistrale a 330.       Un aspetto da non sottovalutare e' l'enorme impegno richiesto allo studente, pari a 35h 30' in media ogni settimana. Questo impegno risulta superiore all'impegno contrattuale di un operatore dell'industria o di un impiegato e non include l'impegno dello studente a casa. Infatti 30 CFU corrispondono ad un impegno complessivo dello studente di 30x25 = 750 ore. Le 425 ore complessive considerate in questa analisi sono infatti quelle da svolgersi sotto tutoraggio. Se si include nella durata del semestre anche il mese successivo alla conclusione della didattica tutorata, solitamente dedicato agli esami si puo' stimare l'impegno settimanale medio dello studente a 750/16 = 47 ore.       Va inoltre considerata l'estrema complessita' organizzativa dello schema proposto. E' infatti evidente che una lezione, o peggio una attivita' professionalizzante, non erogata e' molto difficile da recuperare, in primo luogo perche' la stima di 12 settimane/semestre e' ottimistica, in secondo luogo perche' nel caso delle attivita' a piccoli gruppi, ciascun gruppo e' quasi costantemente impegnato.       Il problema di sostenibilita' piu' grave, e in ultima analisi insolubile, risulta dalla discussione precedente ed e' il collasso delle strutture. Infatti, anche se fosse possibile reperire i docenti necessari, inevitabilmente piu' docenti dello stesso CLM o di CLM diversi si troverebbero a lavorare nello stesso reparto e dovrebbero accogliere contemporaneamente gruppi afferenti a piu' corsi o a piu' anni di corso. Nessun reparto ospedaliero o ambulatorio ha la capienza necessaria per far fronte a questo tipo di impegno didattico. Questo problema nella condizione attuale dei nostri CLM e' insormontabile.       Risulta quindi necessario immaginare modelli didattici alternativi, inevitabilmente sub-ottimali: occorre cioe' penalizzare la qualita' della didattica erogata a favore dell'efficienza economica e in ultima analisi della sostenibilita'.       Se e' possibile riclassificare i 5 CFU di attivita' professionalizzante in modo che meta' appartenga alla prima tipologia e meta' alla seconda i dati di Tabella 1 possono essere ricalcolati come segue (Tabella 3):
      La Tabella 3 dimostra che, a fronte dello stesso numero di ore di didattica tutorata offerto allo studente, l'impegno in aula cresce di poco piu' di 5 ore/settimana (in pratica passa da 5 a 6 ore al giorno su 5 giorni/settimana, oppure a 5 ore al giorno su 6 giorni/settimana), mentre l'impegno sulla didattica a piccoli gruppi si dimezza. Questo comporta che e' sufficiente prevedere 4 attivita' didattiche a piccoli gruppi ogni giorno invece di 8, come indicato in Tabella 2, con sostanziale riduzione del sovraccarico sulle strutture. Il numero totale di attivita' didattiche a piccoli gruppi passerebbe a 18 sedute/gruppo per un totale di 216 sedute. La Tabella 2 andrebbe riformulata in modo tale che in 12 giorni lavorativi sarebbero erogate 4 AP anziche' 8.       Ovviamente, l'ipotesi che la meta' dei CFU professionalizzanti medi per semestre appartenga alla tipologia erogabile in aula e' arbitraria: ogni coordinatore di semestre dovra' valutare quale frazione di CFU professionalizzanti possa rientrare in questa tipologia. Vale in ogni caso la regola che quanti piu' CFU possono essere erogati in aula, tanto meglio per la sostenibilita' dei CLM. E' di fondamentale importanza che gli studenti ed i docenti siano consapevoli di quali tra i CFU erogati in aula siano considerati didattica frontale e quali siano invece didattica professionalizzante. Questo perche' sarebbe molto dannoso per l'immagine del CLM dichiarare lo svolgimento di attivita' didattica professionalizzante che lo studente nega in buona fede di aver ricevuto perche' la scambia per didattica frontale.       Un relativo miglioramento puo' essere ottenuto svolgendo la didattica professionalizzante in aula a gruppi di dimensione intermedia: ad esempio, con modesto aumento dell'impegno del corpo docente si puo' ipotizzare di suddividere il corso in due gruppi di 75 studenti o in tre gruppi di 50, migliorando le possibilita' di dialogo e interazione con il docente durante l'attivita' didattica professionalizzante in aula.       Un ulteriore fattore di sostenibilita' deriva dall'incremento massimo possibile delle attivita' di simulazione didattica: tutto cio' che puo' essere insegnato sul manichino anziche' sul paziente sgrava l'impegno dei reparti e degli ambulatori. Come osservato sopra, l'aspetto piu' critico della didattica professionalizzante a piccoli gruppi e' il rischio di collasso delle strutture, ed e' quindi a queste che occorre rivolgere la massima attenzione.       Se si fa riferimento alla Tabella 3 anziche' alla Tabella 1, il fabbisogno di docenti puo' essere ricalcolato in 66.750 ore, che corrisponde ad oltre il 50% della capacita' formativa delle due Facolta', ma configura una sofferenza meno drammatica. 1) in assenza di opportuni provvedimenti di semplificazione e di miglioramento dell'efficienza, la didattica professionalizzante che la legge impone ai CLM in Medicina e Chirurgia non e' sostenibile. 2) Data la numerosita' degli studenti, il principale fattore di insostenibilita' e' dato dall'insufficiente capienza delle strutture, prima ancora che dalla carenza di docenti. 3) E' possibile adottare due provvedimenti finalizzati a contenere il disagio e recuperare la sostenibilita' dei CLM in Medicina e Chirurgia:       - svolgere la piu' ampia parte possibile della didattica professionalizzante in aula o comunque su gruppi di grande dimensione, identificando capillarmente quei contenuti e quelle abilita' che possono essere insegnate in questo modo;       - per quelle attivita' pratiche che non possono essere insegnate a gruppi grandi, ricorrere il piu' possibile alle simulazioni su manichino da eseguirsi in laboratori didattici, piuttosto che sui pazienti nei reparti. 4) Il recupero della sostenibilita' deve avere priorita' sulla qualita' della didattica: tra una didattica eccellente ma impossibile e una possibile ma di qualita' soltanto sufficiente, la seconda e' chiaramente preferibile.       Pagina aggiornata il giorno 8 febbraio 2018.       Home page; Risorse Medical Education; Biblioteca Digitale della SIB; Mappa di questo sito web. |
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