|       La falsa informazione e' protetta dal diritto costituzionale di espressione: non e' vietato rendere pubblici i propri errori di ragionamento (per fortuna). Inoltre gli errori di ragionamento non sono sempre gravi ed oggettivi: spesso la falsa informazione non e' neppure del tutto falsa.       Il problema sta nel fatto che per il cittadino comune il controllo dell'informazione ricevuta e' difficile: il fact checking e' in genere impossibile o almeno estremamente difficile, perche' i fatti a cui la falsa (e anche la vera) informazione si riferisce sono in genere al di la delle possibilita' di verifica del cittadino comune, e spesso anche degli scienziati del campo. Il tema di questa riflessione non e' tanto la falsa informazione quanto il fact checking e i suoi problemi e per questo partiro' dall'analisi di informazioni vere, il cui fact checking in teorie dovrebbe essere piu' facile.       L'eradicazione del vaiolo o della poliomielite. Tutti sappiamo che il vaiolo e' stato eradicato e che il nostro paese e' (ritenuto) libero dalla poliomielite; sappiamo anche che questi risultati devono moltissimo ai vaccini. Fermiamoci a considerare pero' l'evidenza accessibile al cittadino comune: non si vedono piu' giovani affetti dai postumi della poliomielite o con le cicatrici delle pustole del vaiolo. In primo luogo il cittadino comune non sa neppure piu' che il vaiolo lasciava delle cicatrici cutanee e pertanto non puo' valutare il significato della loro scomparsa. Puo' darsi che sappia degli esiti paralitici della poliomielite e che ne abbia persino visto qualche esempio; ma di certo non ha elementi per fare una statistica. Se il cittadino cerca dati in merito a queste malattie nella letteratura scientifica, a parte la complessita' di lettura delle pubblicazioni scientifiche, e' gia' uscito dalla logica del fact checking: si sta affidando a dati riferiti, legge invece di vedere. E naturalmente il problema e' che l'informazione disponibile puo' essere sia buona che cattiva, leggere non e' una garanzia. Un argomento un po' piu' smaliziato e' leggere articoli che riportino l'opinione di maggioranza dei competenti; e di fatto tra i competenti nessuno dubita che il vaiolo sia stato eradicato e che la poliomielite resista ancora soltanto in alcuni paesi meno avanzati; ma sempre di lettura si tratta. Inoltre, se ci si pone in una prospettiva piu' ampia, ci si puo' chiedere: chi ha effettivamente visto la scomparsa del vaiolo? Se io cittadino non posso "vedere" questo evento e leggo chi me lo descrive, cosa ha visto chi lo descrive? In realta' chi descrive la scomparsa del vaiolo sono i servizi sanitari dei singoli stati, che non riportano piu' diagnosi di questa malattia dal 1977; a loro volta i servizi sanitari si basano sulle segnalazioni di ospedali e ambulatori.       L'esempio del vaiolo (o della poliomielite) ci mostra che in sostanza e' difficilissimo avere un controllo fattuale diretto anche per un fatto che possiamo ritenere assolutamente certo. Questa considerazione non viene svolta per mettere in dubbio il fatto in se', che vale la pena di ripeterlo, e' sostanzialmente certo, ma per illustrare come cio' che noi chiamiamo un fatto, possa essere in realta' qualcosa di molto complesso e molto lontano dalla percezione diretta non solo del cittadino ma anche dell'esperto. Il controllo fattuale e' in realta' di solito basato sull'analisi di fonti e relazioni e cio' che il cittadino comune puo' vedere personalmente e' molto poco. Anche questo poco pero' non deve essere sottovalutato. Il cittadino comune non puo' avere dubbi sul fatto che per una certa "cosa" oggi non piu' esistente, abbiamo un nome, il vaiolo, e non puo' avere dubbi sul fatto che questa certa cosa e' descritta come esistente ad esempio nella letteratura o nelle arti figurative. Dunque un articolo scientifico che spieghi le ragioni della scomparsa del vaiolo e' almeno in prima approssimazione coerente con la grossolana informazione fattuale accessibile al cittadino.       Un esempio socialmente importante a cui applicare il ragionamento e' la Shoah. Tutti sappiamo che c'e' stata, e tutti sappiamo anche che esistono correnti di pensiero e libri negazionisti, che affermano che non c'e' stata e che sono creduti da una minoranza di persone. Qual e' l'evidenza direttamente accessibile al cittadino comune, a prescindere dai testi scritti? E a prescindere anche dalla visita ai campi di concentramento la cui storia e' comunque raccontata e non vissuta dal visitatore? Ogni cittadino puo' facilmente constatare che in una vasta area dell'Europa centro-orientale, accessibile a qualunque turista, sono presenti vaste testimonianze di una precedente cultura ebraica (sinagoghe, cimiteri, etc,) che non corrispondono a comunita' sufficientemente numerose attualmente presenti su quei territori. Molte sinagoghe sono chiuse o convertite ad altri ruoli, quartieri una volta ebraici non sono piu' abitati da ebrei, la lingua yiddish una volta parlata in quelle comunita' e della quale resta una ampia testimonianza letteraria e' praticamente scomparsa o quasi dai suoi luoghi di origine. Queste osservazioni sono alla portata di chiunque voglia cercarle, anche nel corso di una semplice visita turistica di Cracovia o di Lodz (o di qualunque altra citta' della Polonia): basta andare sul posto, constatare l'esistenza del cimitero ebraico e poi chiedere al gestore del bar dove si prende il caffe' se lui parla yiddish o quanti suoi clienti lo parlano. La scomparsa di un gruppo linguistico e' un evento storicamente gigantesco, assurdo: in Italia abbiamo comunita' di lingua greca o albanese che resistono ancor oggi e la cui origine si perde nella notte dei tempi. Le narrazioni storiche della Shoah e le testimonianze dei sopravvissuti sono attendibili perche' spiegano osservazioni alla portata di chiunque; le tesi negazioniste sono ovviamente false perche' in contrasto con l'evidenza fattuale per quanto piccola.       In ultima analisi: la storia, come la scienza, sono scritte nei libri e nelle riviste specializzate. La nostra possibilita' di vero controllo fattuale e' modesta, ma spesso e' sufficiente per dimostrarci che alcune descrizioni sono plausibili ed altre sono implausibili o false. Gia' soltanto poter scartare alcune delle falsita' di cui internet o le biblioteche sono ricche e' un buon risultato; e molto di piu' non si puo' ottenere col controllo fattuale diretto. |
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